Bruno C. Gargiullo e Rosaria Damiani

Sezione Italiana del National Center for Victims of Crime Washington, DC

Summary

Nel 2013, il diciassettenne Manuel Edmundo Guzman, alcolista e tossicodipendente, è stato condannato all’ergastolo senza condizionale per l’uccisione del pugile ventitreenne “adescato” con un falso profilo facebook.

Il diciassettenne Manuel Edmundo Guzman, alcolista tossicodipendente sin dall’età di 12 anni, aveva creato un falso profilo facebook, spacciandosi per una giovane ed attraente modella non nota (“Rebecca Santhiago”). L’intento di Gusman era quello di catturare giovani maschi allo scopo di attirarli in un tranello per derubarli. I proventi di questi furti sarebbero stati utilizzati per acquistare la droga. Contrariamente ad alcuni che, insospettiti, non si resero disponibili ad un primo incontro, il malcapitato Eddie Leal (pugile ventitreenne), dopo una serie di scambi di messaggi, si recò all’appuntamento per incontrare la giovane ed attraente Rebecca nei pressi di Ivy Crest Drive. Era il 30 maggio 2011. All’incontro il giovane pugile si imbatté in Guzman che l’avrebbe condotto dalla ragazza. Il predatore salì nell’auto di Leal e, dopo pochi chilometri, l’uccise a colpi di pistola lasciando il corpo esamine del pugile all’interno dell’abitacolo che, senza freno a mano, andò a schiantarsi contro un’auto parcheggiata. Il corpo di Leal  fu rinvenuto al posto di guida della sua Toyota Corolla in Roanoke Street (San Jacinto). Dopo un anno di indagini, gli investigatori risalirono al falso profilo di Guzman attraverso l’analisi del computer della vittima. Furono i messaggi intercorsi tra il malcapitato Leal e la “falsa” Rebecca Santhiago, nonché la chat che fissava l’ultimo appuntamento al parco, a insospettire gli organi inquirenti. Grazie all’IP del profilo la polizia potè inchiodare il diciassettenne alle sue responsabilità. 

Manuel, arrestato il 10 aprile del 2012, fu condannato il 18 ottobre del 2013 all’ergastolo senza condizionale; se fosse stato maggiorenne, all’epoca dei fatti, sarebbe stato condannato alla pena capitale. Non è stato necessaria la ricerca della prova penale in quanto l’indagato ha ammesso le sue responsabilità in merito all’omicidio di Leal.

La freddezza nel raccontare le tecniche di adescamento e le modalità di esecuzione (modus operandi), suscitò scalpore nell’opinione pubblica per l’alta pericolosità sociale del Guzman che, essendo un predatore utilitaristico, se non fermato in tempo avrebbe reiterato il suo piano criminoso per soddisfare il suo irrefrenabile bisogno di procurarsi le sostanze. Il giudice Michael B. Donner, che ha condannato il Guzman all’ergastolo senza condizionale e ad altri 25 anni di detenzione per le tecniche di adescamento/agguato, ha definito questo tipo di reato “thrill kill”, tecnicamente definito trill – Oriented Killer  (assassinio motivato dal brivido).  Secondo il nostro punto di vista, il comportamento omicidiario di Guzman lo collocherebbe nella categoria dei predatori per fini utilitaristici (Comfort-Oriented Killer). Nella fattispecie, il piano criminoso di Guzman era finalizzato unicamente all’impossessarsi dei beni della vittima per acquistare la droga.

N.B. «Facendo riferimento alle tipologie di Holmes R.M. e Holmes S.T. (1996) che, dal canto loro, ripresero la precedente classificazione proposta da Holmes e De Burger nella prima edizione di “Serial Murder” (“Omicidi Seriali”) del 1988, si riporta sinteticamente il profilo psicocomportamentale del serial killer edonista (“Hedonistic”) suddiviso nelle seguenti sottocategorie:

  1. l’assassino per libidine (“Lust Murder”), che uccide mosso dal piacere sessuale. Un esempio è A. De Salvo (lo strangolatore di Boston) che  violentò (spesso con oggetti e lasciando come segni dei morsi) ed uccise tredici donne mediante strangolamento, spacciandosi come idraulico. 
  2. l’assassino che cerca  il brivido (“Trill – Oriented  Killer”), che uccide per il piacere di “nuove esperienze”. Un esempio è C. Olson, che uccise undici persone tra ragazzi, ragazze ed autostoppisti, la cui personalità era di tipo decisamente psicopatica.
  3. l’assassino che uccide per fini utilitaristici (“Comfort-Oriented  Killer”), il cui crimine è   altamente motivato da specifiche gratificazioni psicologiche e finanziarie» (Gargiullo B.C., Damiani R., 2008).

Referenze

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