Bruno C. Gargiullo
Se una donna, vittima di violenza sessuale (atto tanto ignobile quanto vile), suscita nell’opinione pubblica reazioni contrastanti sia nei confronti della persona abusata (pena vs scetticismo) che del presunto aggressore (rabbia e desiderio di vendetta vs colpevolizzazione della vittima), che reazioni provoca la notizia di un abuso sessuale da parte di un adulto nei confronti di un minore?Simili notizie, ovvero le accuse mosse da una piccola vittima di aver subito molestie sessuali da parte di un adulto (ancor più grave se rivolte ad un genitore, parente prossimo o amico di famiglia), producono nelle persone una forte reazione di sdegno nei confronti dell’abusatore senza il beneficio del dubbio (un minore non avrebbe motivo di mentire e di accusare ingiustamente un adulto).
Comunque, sia nel primo caso (donna vittimizzata) che nel secondo caso (minore vittima di molestie) ci potremmo trovare in presenza di un falso positivo, ovvero di una falsa accusa, con tutte le inenarrabili conseguenze (morali, economiche e giudiziarie) a cui andrebbe incontro una “vittima” di accuse tanto ingiuste quanto infamanti.Una denuncia di siffatta natura, anche dopo l’assoluzione dell’imputato con formula piena, aleggerà, come un marchio indelebile, sulla vita sia della “vittima” ingiustamente accusata sia dei suoi familiari.
In tal caso, la proposizione accusatoria si è basata sostanzialmente sulle sole dichiarazioni del predetto minore.
Quando si è in presenza di abusi sessuali (sia su adulti che su minori) si potrebbe correre il rischio che le acquisizioni delle prove, da parte degli organi preposti, si “inceppino” sul tema della colpa certa (atteggiamento verificazionista).
In breve, partire dall’assunto che il reato sia stato effettivamente commesso, sulla base delle dichiarazioni della presunta vittima, potrebbe indurre gli organi inquirenti, volente o nolente, a dimostrare la sussistenza del reato.