A cura:
Dr. Bruno C. Gargiullo
D.ssa Rosaria Damiani
Sei estroverso o introverso?
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A cura:
Contrariamente a quanto si possa pensare, essere introversi non significa essere timidi.
Quali sono le sostanziali differenze tra i due profili di “personalità”?
Per l’estroverso, un vivace impegno sociale è rinfrescante ed energizzante. Sebbene si renda disponibile al confronto con gli altri, spesso prende decisioni affrettate e, in alcuni casi, controproducenti.
Ama la sfida fino a mettere in pericolo la propria e l’altrui incolumità. In altre parole, questo individuo, posto in una condizione di inattività o di scarso impegno, prova un profondo senso di frustrazione e rabbia (stato di depressività).
L’introverso, d’altro canto, rifugge gli impegni “mondani”, privilegiando i rapporti a due o con poche persone (preferibilmente come lui). Ama la solitudine e le attività che non richiedono il coinvolgimento di altre persone.
Il modo migliore per spiegare le differenze comportamentali tra l’introverso e l’estroverso è focalizzare l’attenzione su tre sostanze chimiche chiave nel nostro cervello: dopamina, adrenalina e acetilcolina.
Cominciamo con la “sostanza chimica del benessere”: la dopamina. Amiamo la dopamina perché ci ricompensa con sensazioni di felicità quando ci impegniamo in determinati comportamenti. Questi effetti piacevoli ci rafforzano e ci motivano a ripetere le condotte che hanno stimolato il rilascio di questa sostanza. Ora, se si aggiunge l’adrenalina al mix, che è innescata da situazioni ambientali che implicano, ad esempio, l’assunzione di rischi, la novità e la stimolazione fisica, viene rilasciata ancora più dopamina!
Qui sta la prima differenza tra cervello estroverso e introverso.
Si scopre che gli estroversi hanno più recettori della dopamina nel cervello rispetto agli introversi!
Questa scoperta sta a dimostrare che gli estroversi necessitano di più dopamina per sentirsi felici perché sono meno “sensibili” ad essa. Più parlano, si muovono e si impegnano in attività stimolanti, più gli estroversi avvertono gli effetti piacevoli di questo neurotrasmettitore.
Al contrario, gli introversi “esposti alla dopamina”, raggiungono alti livelli di eccitazione ed ansia.
Proprio come la dopamina, anche l’acetilcolina è legata al piacere, ma i suoi effetti sono molto più sottili. L’acetilcolina ci fa sentire rilassati e in uno stato costante di benessere.
Quest’ultimo mediatore chimico rinforza la nostra capacità di pensare profondamente, riflettere e concentrarci per lunghi periodi di tempo. Quando ci impegniamo in attività discrete, calmanti e mentalmente coinvolgenti, attiviamo il rilascio di acetilcolina. Gli introversi bramano questa sostanza biochimica. Di contro, per gli estroversi, gli effetti piacevoli dell’acetilcolina “impallidiscono” in confronto alla “scossa di felicità” che sperimentano con la dopamina.
Quindi, mentre gli estroversi sono fuori e in giro a godersi i benefici di tutti quei recettori della dopamina in più, gli introversi sono felicemente a casa con un libro e una piacevole dose di acetilcolina.
L’immagine sottostante rappresenta un cervello umano stilizzato e scientifico, colorato per rappresentare l’attività neuronale. Metà del cervello (estroverso) è illuminata con colori vivaci come giallo e arancione per indicare alta energia e stimoli esterni, mentre l’altra metà (introverso) utilizza tonalità rilassanti come blu e verde per mostrare introspezione e calma.
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