“In nome della verginità”
Bruno Carmine Gargiullo
Sono trascorsi molti anni ( una trentina) da quando “incontrai” per la prima volta Maria (nome di fantasia) nella sala di attesa del mio studio. La ragazza (allora sedicenne, studentessa scuola secondaria, cresciuta in un paesino del Sud), seduta tra i suoi genitori, aveva assunto una postura alquanto bizzarra (busto roteato sul fianco sinistro di circa 45 gradi; testa in linea con le gambe ben strette tra loro, ma roteata verso l’alto). La postura assunta da Maria non era la sua unica bizzaria. Altri elementi, quali ecolalia (ripetizione automatica di parole e suoni subito dopo l’ascolto), ecoprassia ed ecomimia (imitazione di movimenti e mimica facciale altrui), confermarono, qualora ce ne fosse bisogno, di essere in presenza di un quadro clinicamente significativo (alto livello di psicoticismo).
Indicatori socio-ambientali (familiare, istituzionale e sub-culturale): contesto familiare d’origine (ceto medio-alto) economicamente benestante, tradizionalista, rigido e poco propenso alla socializzazione.
Disturbo psicopatologico: la sintomatologia, inizialmente di tipo “isteroide” (ecolalia, ecoprassia ed ecomimia; paralisi alternata a mancanza di equilibrio o ad andatura incerta; silenzio ostinato; …), scomparve rapidamente con manovre distraenti messe in atto dal terapeuta (es., ad un comportamento ecoprassico ponevo la mia mano sulla fiammella di un accendino, porgendolo subito dopo alla ragazza. A tale “provocazione” Maria opponeva un netto rifiuto, dicendo “e che sono scema?”).
L’intervento specialistico, su richiesta dei genitori, si limitò al solo “recupero” immediato dello stato confusionale dell’adolescente (intervento sulla crisi).
Successivamente, e su mia sollecitazione per una urgente visita psichiatrica, i genitori decisero di sottoporre Maria ad un consulto neurologico che avvenne in un momento di quasi totale remissione della sintomatologia. L’esito della visita portò a concludere che la paziente, non presentando un quadro clinico rilevante, non necessitava di alcun tipo di trattamento sia farmacologico che psicoterapico.
A distanza di circa otto mesi, i genitori vennero a Roma e, senza alcun preavviso, mi citofonarono: erano disperati in quanto la loro figliola era totalmente immobilizzata. Ciò mi indusse a lasciare lo studio e a entrare nella loro auto sedendomi accanto alla ragazza. Maria si era “trasformata in una statua” e ogni tentativo di contatto (non fisico) non diede alcun risultato: il già compromesso quadro psicopatologico della ragazza si conclamò in una schizofrenia catatonica (immobilismo stuporoso, mutacismo, sguardo fisso ed assente). Dopo vari ed inutili tentavi di contatto, salutai la ragazza che mosse le dita della mano sinistra in maniera impercettibile (un accenno di saluto?), rimanendo nel suo immobilismo catatonico.
Condizione medica generale: assenza di patologie organiche rilevanti.
Concause: nessuna forma di abuso di sostanze.
Indicatori generali di adattamento:
- difficoltà scolastiche e relazionali (isolamento);
- passaggio da uno stato di ottundimento e confusione, della durata di uno o più giorni, ad una condizione maniforme caratterizzata dal senso di grandiosità, dal diminuito bisogno di sonno, dall’iperattività motoria generalizzata, dalla logorroicità e dall’assenza di mete e priorità;
- rigidità cognitiva, blocco affettivo, negazione della propria femminilità, negazione della propria sessualità nascente e tentativo di arrestarne la “crescita”, sensi di colpa per i suoi “iniziali” desideri sessuali e convinzione della conseguente ed inevitabile punizione genitoriale (“… se dovessi avere un rapporto sessuale, i miei genitori mi caccerebbero di casa”).
La tempesta emotiva (“orgoglio per la condotta virtuosa” vs “inibizione delle pulsioni sessuali”) produsse una fuga da una realtà tanto minacciosa (insidiava la sua onestà morale) quanto dolorosa (verificare costantemente la sua diversità inibente).
Maria, nei momenti di maggiore tensione psicologica, si sentiva spinta al suicidio da una “voce di dentro”.
Riferimenti bibliografici
– Bruno C. Gargiullo e Rosaria Damiani, “Il Profilo Psicodiagnostico: analisi e valutazione del comportamento umano”, Edizione Kappa, Roma, 2004
– Bruno C. Gargiullo e Rosaria Damiani , “Vittime di un amore criminale”, Franco Angeli Editore, 2010