Il mondo delle perversioni
(Coordinatore Centro Neuroscienze Comportamentali – Roma)
Da un attento esame dei numerosi casi clinici giunti alla nostra osservazione ci siamo resi conto che:
vi è una realtà di cui non se ne sospetta l’esistenza;
non esistono limiti a ciò che un individuo può fare a se stesso o ad altri;
inimmaginabili sono gli stimoli che alcune persone possono considerare sessualmente eccitanti;
la maggior parte dei “perversi sessuali” si nasconde dietro una maschera di apparente normalità;
diverse sono le tipologie di soggetti che adottano comportamenti sessuali perversi (es., l’esclusivo, personalità tipicamente parafilica; l’ipoestesico, basso livello di eccitabilità; l’iperestesico, insaziabilità del desiderio; lo sperimentatore, il situazionale, in relazione al/alla partner);
nel comportamento parafilico non sempre è rintracciabile un chiaro elemento di causalità;
una persona che lamenta una specifica parafilia, solitamente soffre di una o più forme addizionali di deviazione sessuale;
alcuni individui, caratterizzati da un alto grado di estroversione (soggetti i cui processi inibitori sono rapidi, forti e persistenti, e i processi eccitatori lenti, deboli e labili; mentre gli introversi sono caratterizzati da processi inversi – Eysenck, 1957) e dominati da una spasmodica ricerca di sensazioni forti, non dissimili dagli iperestesici sessuali di Kraft-Ebbing, 1898 (iperestesia sessuale = intensità abnorme delle sensazioni e delle rappresentazioni sessuali), sono spinti ad agire le proprie fantasie perverse poiché le stesse non sono più in grado di soddisfare la loro “bramosia sessuale”. Tre sono i fattori che connotano l’ipererotismo: compulsione, assenza di controllo e insaziabilità del desiderio anche dopo il soddisfacimento. Questa insaziabilità, unitamente ad un più rapido “ritorno” ad uno stato di inibizione corticale (raffreddamento emotivo), si trasforma in una frenetica ricerca di nuovi stimoli.