Hans Asperger, medico austriaco, è noto per aver descritto la sindrome di Asperger. Dal 1994, questa sindrome è stata inclusa nel DSM come una delle quattro categorie dell’autismo. È stata sostituita nel 2013 con la diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico. Nel 1944, Asperger descrisse “un tipo di bambino particolarmente interessante e altamente riconoscibile” nel suo articolo. Questo fu pubblicato dopo il lavoro di Leo Kanner sull’autismo. Come Kanner, Asperger presentò studi di casi, concentrandosi su quattro bambini maschi, analizzando le loro caratteristiche cliniche e tratti comuni. Propose che “la personalità autistica sia una variante estrema dell’intelligenza maschile”, anticipando il dibattito sul rapporto tra genere e autismo. Concluse l’articolo riflettendo sul “valore sociale” degli individui autistici e fece un appello per garantire loro un’educazione rispettosa e adeguata. Lorna Wing introdusse il lavoro di Asperger al pubblico di lingua inglese negli anni ’80. Uta Frith lo tradusse nel 1991.
Estratto dall’articolo di Hans Asperger
Di seguito è riportata una descrizione di un “tipo di bambino particolarmente interessante e riconoscibile”. Questa descrizione è tratta direttamente dalle osservazioni di Asperger. Questi bambini presentano un disturbo fondamentale che si manifesta in modo evidente nel comportamento, nelle espressioni e nell’interazione sociale. Tali difficoltà sociali possono essere talmente marcate da oscurare altri aspetti del loro sviluppo. In alcuni casi, queste difficoltà sono compensate da un notevole sviluppo intellettuale.
Asperger scelse il termine autismo per descrivere questo quadro clinico, riprendendo il concetto introdotto da Bleuler nel contesto della schizofrenia. Tuttavia, nei pazienti schizofrenici l’autismo appare come una perdita progressiva di contatto con la realtà. Nei bambini osservati da Asperger il distacco dalla realtà sociale è presente fin dall’inizio. Secondo Asperger, i sintomi della schizofrenia e dell’autismo possono essere ricondotti a una difficoltà di relazione con il mondo esterno.
Studi di caso
Fritz V.
Fritz, nato nel 1933, mostrava fin da piccolo un comportamento fortemente autonomo e ribelle. Non seguiva le istruzioni e non mostrava interesse per gli altri bambini, preferendo restare isolato. Nonostante avesse imparato a parlare molto presto, non riusciva a padroneggiare le convenzioni sociali, come l’uso delle forme di cortesia. Mostrava movimenti stereotipati e un interesse precoce per i numeri e il calcolo, dimostrando abilità straordinarie in questo ambito. Asperger sottolinea come queste caratteristiche siano tipiche di molti bambini autistici, che spesso eccellono in specifici campi di interesse.
Harro L.
Harro, otto anni e mezzo, è un bambino indipendente e dal comportamento insolito. A sette anni viaggiava in treno da solo, ma mostrava anche atteggiamenti inappropriati e disinteresse sociale, inclusi giochi sessuali con altri ragazzi. Spesso il suo sguardo era distante e il suo parlare era molto riflessivo. Nonostante la sua apparente distanza, Harro aveva interessi e pensieri complessi, permettendo conversazioni da adulto.
Ernst K.
Ernst, un bambino di sette anni e mezzo, mostrava gravi difficoltà di condotta e di apprendimento. Era estremamente preciso e manifestava reazioni esagerate quando le sue routine venivano interrotte. Anche lui si isolava dagli altri bambini, rimanendo distante dai giochi di gruppo. Era difficile stabilire se fosse intellettualmente dotato o in ritardo mentale. Però mostrava molti dei tratti caratteristici dell’autismo. Questi includevano movimenti stereotipati e un’elevata attenzione ai dettagli.
Alexander L.
Alexander presentava un ritardo nello sviluppo, ma una volta iniziato a parlare, utilizzava un linguaggio sorprendentemente maturo. Aveva abitudini rigide e rituali particolari, mostrando una forte attenzione per la pulizia e l’ordine. Nel suo caso, Asperger ipotizzò che il suo autismo potesse essere stato causato da un danno cerebrale alla nascita. Suggerì che disturbi organici possano produrre sintomi simili a quelli del disturbo autistico di origine costituzionale.
Fattori genetici e biologici
Asperger osservò oltre 200 bambini con sintomi autistici. Notò che in molti casi vi erano tratti simili nei genitori o in altri familiari. Egli ipotizzò una possibile ereditarietà legata al sesso, poiché la maggior parte dei bambini osservati era di sesso maschile. Asperger avanzò anche l’idea che “la personalità autistica sia una variante estrema dell’intelligenza maschile”.
Conclusioni e brevi riflessioni
Nonostante le difficoltà iniziali, Asperger osservò che molti individui autistici, se intellettualmente dotati, riescono a ottenere successo professionale. Essi riescono specialmente in campi accademici altamente specializzati. Egli sottolineò l’importanza di riconoscere il contributo che tali individui possono dare alla società. Ribadì che anche le personalità considerate “neurodiverse” possono trovare integrazione e svolgere un ruolo utile nella comunità.